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Consulenze ai CdC

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CONSULENZE AI CONSIGLI DI CLASSE
INTERVENTI RIVOLTI AI CONSIGLI DI CLASSE DEGLI ISTITUTI SECONDARI DI 2° GRADO

a cura di Maria Antonia Moretti e Maria Renata Zanchin

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Premessa

La metodologia adottata, già sperimentata nell’a.s. 2008-2009 con un numero ridotto di consigli di classe, si è ispirata ai seguenti criteri:

  • pieno coinvolgimento dei consigli di classe sin dalla fase di progettazione
  • progettazione dell’attività per competenze articolate in abilità/capacità e conoscenze
  • definizione di mete comuni e di un piano di lavoro condiviso e compartecipato
  • personalizzazione degli interventi sulla base di una diagnosi puntuale delle realtà degli studenti coinvolti così da definire percorsi di alternanza coerenti con tali caratteristiche partendo dall’autodiagnosi e perseguendo uno stile cooperativo e comunitario
  • corresponsabilità dei partner aziendali nella progettazione e realizzazione degli interventi
  • valutazione finale condivisa con tutti gli attori in gioco, secondo il criterio della attendibilità, con esiti tangibili da registrare sui registri dei docenti coinvolti e sulla certificazione delle competenze da rilasciare nelle scadenze previste.

Di norma, l’intervento ha previsto tre incontri tra il Consulente e il Consiglio/i Consigli di classe, nel caso di Consigli di classe nuovi, due incontri nel caso di consigli di classe che avessero già usufruito della consulenza nel precedente anno scolastico.
In linea di massima, il primo incontro per i consigli di Classe nuovi è stato collocato entro la prima settimana di marzo, il secondo entro la fine del mese di marzo, il terzo entro la prima metà di maggio. Nel caso di Consigli di classe che proseguivano l’attività, si sono rispettati, in genere, i termini di inizio e di fine dell’attività. Sono state realizzate le seguenti consulenze a singoli consigli di classe e, in qualche caso, a consigli di classe abbinati.

ASL CdC nuovi CdC che avevano già
usufruito della consulenza
nell’a.s. 2008-2009
ASL IN IFS
Belluno 3 1 in prosecuzione
(IFS in Terza Area)
Padova 4 1
Rovigo 2 1 1 (IFS in Terza Area)
Treviso 6 4 3 in prosecuzione
(1 IFS in Terza Area)
Venezia 3 1
Verona 9
Vicenza 4 1 (IFS in Terza Area)

Considerazioni

L’esperienza, secondo i Consulenti, ha consentito a tutti i docenti di conoscere il progetto di ASL, di confrontarsi sul tema insegnamento/apprendimento/valutazione, di riflettere sulla relazione educativa, di crescere professionalmente attraverso la discussione collegiale.
L’opportunità di far lavorare il Consiglio di Classe nella produzione di una Unità di Apprendimento ha contribuito a stimolare la riflessione sul ruolo e il significato della competenza.
Fondamentale risulta la consapevolezza, da parte di tutto il consiglio di classe, della necessità di progettare interventi formativi in team, concertandoli tra tutti gli attori coinvolti. Questa metodologia di lavoro dovrebbe poi essere trasferita nelle esperienze didattiche ordinarie per sviluppare una riflessione tra i docenti sulla didattica per competenze come approccio condiviso.
Peraltro, è emerso in più situazioni il bisogno, da parte dei Consigli di classe, di essere confermati da parte di un esterno al Consiglio di classe sulla validità delle scelte effettuate.
Fondamentale risulta la presenza e la funzione di stimolo esercitata dal Dirigente scolastico.
L’attività di affiancamento potrebbe risultare più efficace se iniziata nella prima fase dell’anno scolastico, in modo da poter seguire il progetto in tutte le sue fasi, prevedendo anche una calenderizzazione degli incontri maggiormente diluita nel tempo.
La presenza di due persone, con ruoli anche intercambiabili di Consulente e di Osservatore, potrebbe garantire una migliore organizzazione del lavoro e un’analisi più approfondita della situazione e delle dinamiche all’interno del consiglio di classe.

Nota metodologica generale

Le consulenze ai Consigli di classe sono state attuate in parallelo al lavoro di revisione e sistematizzazione delle Linee guida e dei Format delle rubriche e delle Unità di Apprendimento realizzato nell’ambito della Rete Veneta per le Competenze1la Direzione Lavoro della Regione del Veneto con DGR 1758 del 16 giugno 2009 ha indetto un Bando FSE Asse IV “Capitale Umano”. Azioni di sistema per la realizzazione di strumenti operativi a supporto dei processi di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze. Sono stati approvati 36 progetti da realizzarsi in rete con soggetti provenienti dai sistemi dell’istruzione e della formazione, riguardanti azioni di sistema sul tema del riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze acquisite in ambiti formali e in ambiti non formali. Cinque istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (Barsanti di Castelfranco, Einaudi di Padova, Garbin di Schio, Marco Polo di Verona, Ruzza Pendola di Padova) capofila di reti che hanno ottenuto l’approvazione di progetti riguardanti i risultati di apprendimento conseguiti in ambiti formali, hanno costituito la Rete Veneta per le Competenze allo scopo di
– fare sistema della consistente mole di lavoro e di esperienze realizzate negli ultimi anni da scuole e da centri di formazione professionale;
– valorizzare le esperienze riconducendole entro un quadro metodologico ed organizzativo rigoroso al fine di superare il carattere di eccezionalità delle medesime;
– costruire un curricolo organico, centrato sull’intreccio tra competenze di cittadinanza, competenze di asse e competenze di indirizzo riferite agli ordinamenti previsti dalla riforma. Tutto l’intervento si propone un approccio organizzativo organico, unitario che coinvolge in primo luogo i cinque progetti, ma che intende perseguire anche intese più ampie con altre reti. Il Comitato Tecnico Scientifico della Rete Veneta per le competenze è costituito da Franca Da Re, Alberto Ferrari, Dario Nicoli, Arduino Salatin, Maria Renata Zanchin. Le basi del modello erano state proposte nel volume Formare giovani autonomi e responsabili: la didattica per competenze in Veneto, Esperienze del Veneto 2008-2009.
. Peraltro, anche la pubblicazione definitiva dei Regolamenti della riforma è stata in qualche modo contestuale ai lavori in corso.
Entrambe queste circostanze hanno limitato la possibilità di attingere ai documenti definitivi messi a punto in sede di RVC e comunque al testo definitivo delle competenze indicate negli allegati B e C ai Regolamenti.
Per queste ragioni, e considerata anche la natura dell’intervento consulenziale, che ha la funzione di promuovere e accompagnare e non di imporre, nei documenti prodotti nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe emerge più di una diversità rispetto alle produzioni della RVC, pur nella ricerca di adesione ai nuovi format. Sono necessarie, pertanto, alcune avvertenze di lettura. Di seguito si riportano le note di carattere generale valide per tutti i documenti; in alcuni casi particolari, in aggiunta, sono state inserite note specifiche all’interno dei singoli documenti.

Note di carattere generale relative al Modello RVC

  • Il punto finalità generali non viene più utilizzato perché queste ultime sono già ricomprese nelle competenze europee.
  • Le competenze mirate non sono più articolate per assi culturali, professionali, cittadinanza ma per
    • competenze chiave europee (all’interno delle quali sono ricomprese le competenze di cittadinanza e quelle degli assi culturali – DM 139 – e le competenze comuni – Regolamenti 2010)
    • competenze professionali – Regolamenti 2010

(vedi il format RVC)

  • Le competenze elencate vengono attinte direttamente dai Risultati di apprendimento degli Allegati B e C ai Regolamenti. Spesso nei documenti prodotti nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe le competenze riflettono invece in gran parte il profilo del precedente ordinamento. Inoltre, talvolta, pur richiamando i risultati di apprendimento indicati dagli allegati B e C ai Regolamenti, le competenze sono descritte in forma non totalmente corrispondente.
  • Nel modello RVC le abilità e conoscenze sono attinte direttamente da ciascuna delle rubriche di competenza elaborate e sono inserite in un unico elenco e non indicate specificamente per ciascuna delle competenze mirate nell’UdA. È stata operata questa scelta sia per una ragione di sostenibilità del testo, sia perché così facendo si evita di frammentare il profilo descritto. Invece, in alcune UdA prodotte nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe, l’elencazione di abilità e conoscenze è segmentata per ciascuna delle competenze mirate.
  • Nel modello RVC i saperi essenziali non sono riportati nell’UdA, in quanto già indicati nella sezione B della rubrica; invece, in alcune UdA prodotte nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe, vengono riportati i saperi irrinunciabili.
  • Il format dell’UdA messo a punto nella RVC si compone di
    • schema UdA
    • consegna agli studenti
    • piano di lavoro
    • diagramma di Gantt
    • relazione individuale
    • griglia unitaria di valutazione (del Consiglio di classe) che prevede indicatori di processo e di prodotto

Le UdA proposte nel Cdrom e in questo sito non presentano in genere tutte queste parti, sia per il tempo necessariamente contenuto degli incontri di consulenza, sia per la natura dell’intervento consulenziale che ha la funzione di promuovere e accompagnare e non di imporre.

  • Nel modello RVC la griglia di valutazione riporta, oltre ai criteri, le dimensioni cui essi si riferiscono e presenta per ciascun criterio, in luogo dei livelli, quattro fasce di punteggio. In alcuni casi, nelle UdA prodotte nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe, le dimensioni non sono indicate oppure sono indicate in una diversa posizione grafica e inoltre in alcuni casi vengono utilizzati i livelli.

Nel format della griglia RVC, inoltre, le fasce di punteggio sono riportate dalle più elevate alle più basse, perché l’approccio alle competenza valorizza il raggiungimento dei risultati di apprendimento piuttosto che la carenza dei medesimi.

  • Va posto in evidenza che in alcune delle UdA prodotte nel corso delle esperienze di consulenza ai consigli di classe, compaiono delle tabelle aggiuntive – non previste nel format definitivo della RVC – che declinano abilità, conoscenze, contenuti irrinunciabili, discipline coinvolte.
  • In alcune UdA compare una tabella delle fasi che, di fatto, costituisce un doppione del Piano di lavoro.

Nei documenti sono evidenziati in colore verde gli elementi che fanno riferimento a uno o più dei punti contenuti in questa nota metodologica generale; in alcuni casi compaiono, in aggiunta, note specifiche evidenziate con un colore di fondo grigio.

Per i motivi riportati in precedenza, si è scelto di non pubblicare

  • i materiali già in uso nelle scuole e, soprattutto, le rubriche; la struttura di queste ultime, infatti, è quella che ha subito le maggiori variazioni in seguito ai lavori della RVC e alla pubblicazione del testo definitivo dei Regolamenti;
  • schemi/modelli di attestato/certificazione in quanto si tratta dell’aspetto che richiede ancora studio e approfondimento.

In conclusione, va osservato che, per quanto abbia un senso preciso lo sforzo intrapreso di pervenire a dei modelli che evitino la frammentazione dei riferimenti e delle pratiche – nella direzione di utilizzare davvero un linguaggio comune – esistono varianti che sono comunque significative in quanto costituiscono una traccia evidente del percorso di ricerca svolta dalle scuole.

Note

  • 1
    la Direzione Lavoro della Regione del Veneto con DGR 1758 del 16 giugno 2009 ha indetto un Bando FSE Asse IV “Capitale Umano”. Azioni di sistema per la realizzazione di strumenti operativi a supporto dei processi di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze. Sono stati approvati 36 progetti da realizzarsi in rete con soggetti provenienti dai sistemi dell’istruzione e della formazione, riguardanti azioni di sistema sul tema del riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze acquisite in ambiti formali e in ambiti non formali. Cinque istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (Barsanti di Castelfranco, Einaudi di Padova, Garbin di Schio, Marco Polo di Verona, Ruzza Pendola di Padova) capofila di reti che hanno ottenuto l’approvazione di progetti riguardanti i risultati di apprendimento conseguiti in ambiti formali, hanno costituito la Rete Veneta per le Competenze allo scopo di
    – fare sistema della consistente mole di lavoro e di esperienze realizzate negli ultimi anni da scuole e da centri di formazione professionale;
    – valorizzare le esperienze riconducendole entro un quadro metodologico ed organizzativo rigoroso al fine di superare il carattere di eccezionalità delle medesime;
    – costruire un curricolo organico, centrato sull’intreccio tra competenze di cittadinanza, competenze di asse e competenze di indirizzo riferite agli ordinamenti previsti dalla riforma. Tutto l’intervento si propone un approccio organizzativo organico, unitario che coinvolge in primo luogo i cinque progetti, ma che intende perseguire anche intese più ampie con altre reti. Il Comitato Tecnico Scientifico della Rete Veneta per le competenze è costituito da Franca Da Re, Alberto Ferrari, Dario Nicoli, Arduino Salatin, Maria Renata Zanchin. Le basi del modello erano state proposte nel volume Formare giovani autonomi e responsabili: la didattica per competenze in Veneto, Esperienze del Veneto 2008-2009.